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Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un'opera di arte contemporanea abbiamo pensato: «Ma come! Questa non è arte! Lo potevo fare anch'io!». Eppure i critici ci assicurano che si tratta davvero di capolavori, e celebri collezionisti spendono cifre da capogiro per quadri che sembrano tele imbrattate. Che siano tutti impazziti? Francesco Bonami ci aiuta a capire cosa distingue un grande artista da uno pessimo, cosa ha fatto sì che Marcel Duchamp o Andy Warhol abbiano superato la prova del tempo. E se è senz'altro vero che nell'ultimo secolo l'arte si è evoluta al punto da essere quasi irriconoscibile, il lavoro di Bonami ci fa capire perché non è vero che potevamo farlo anche noi.
Dettaglio del libro
Titolo del libro: Lo potevo fare anch'io. Perché l'arte contemporanea è davvero arte PDF
Categoria del libro: Libri,Arte, cinema e fotografia
Editore=Mondadori; 1 edizione (14 marzo 2017)
Collana=Oscar saggi
ISBN-10=8804679344
Un libro meno che mediocre, scritto con un taglio banale e paternalistico. Affronta temi fondamentali che riguardano la crisi delle arti figurative moderne e contemporanee con una superficialità che non si attaglierebbe nemmeno ad una persona che dell'arte ha notizia dai telegiornali nazionali.Non chiarisce al lettore le motivazioni reali e concrete del perché oggi l'arte sia completamente alienata e separata dalla realtà; pretende, con ridicola perentorietà, di associare, alla stupidità di certe opere, la necessaria "apertura mentale" che si richiederebbe per comprenderle.Livella la validità di un'opera alla presunta o meno "fama" dell'artista, che pare identificarsi con la presenza sui rotocalchi e in circoli elitari o l'aver conseguito elevate quotazioni presso case d'asta. Gli artisti, che non avessero ottenuto tali mondani e vanagloriosi riconoscimenti, per quanto ambiti, saranno immancabilmente da considerarsi inutili e falliti.Si perservera con questo malcelato disprezzo per tutti coloro che intraprendono la vita da artista, che ha origine dall'idolatria verso chi adopera potere e denaro per imporre le proprie creazioni e dalla derisione verso chi non dispone di quegli strumenti.
libro osannato dalla critica stra-consigliato da tutti, lo compro, lo leggo e rimango stupito che abbia venduto cosi tanto. Forse è merito del titolo che se vogliamo è ingannevole. Libricino pieno di battute da quattro soldi e pseudo-volgarità spacciata per ironia, che dopo la prima hanno tutte lo stesso effetto lassativo.Lo scrittore per altro grandissimo critico d'arte, cita osannandoli i SUOI artisti contemporanei preferiti e scredita tutti gli altri talvolta anche con una vena di sarcasmo neanche troppo velato. Morale della storia non vi verrà detto perchè l'arte contemporanea è vera arte, vi verrà detto solo, che ciò che rende un opera d'arte tale è la cifra a cui viene venduta. La solita solfa insomma con cui si giustifica chi accende e spegne la luce alla biennale di Venezia o di chi vende la propria materia fecale inscatolata giustificandoli come GRANDI ARTISTI. Il solito pensiero dell'arte come elitaria e riservata agli intellettuali (o meglio a quelli convinti di esserlo). Inoltre ho notato una certa esterofilia e un disprezzo per artisti italiani come Arnaldo Pomodoro(su cui fa una scontatissima battuta sul cognome) che nonostante possano piacere o meno hanno avuto una serie di riconoscimenti e si sono sporcati davvero le mani a differenza di chi si chiama artista senza saper fare nulla. Se volete buttare 10 euro per un compendio di cialtronerie, freddure da bar e giustificazioni dell'ingiustificabile acquistate ad occhi chiusi
Ideale, per chi non è del mestiere, per avvicinarsi al mondo dell'arte e conoscerne gli interpreti e le loro opere. Ottimo per conoscere i perché del valore e del mercato che si crea attorno ad un'opera d'arte. Scorrevole ed ironico. Consigliato.
l'ho comprato perché trovavo abbastanza divertente il programma tv con alessandro cattelan che ha quasi lo stesso titolo. lui simpatia zero, ma abbastanza efficace. il libro vale molto meno. fa finta di essere anti-intellettuale, usa un linguaggio basso e battutacce penose, spara contro la croce rossa (c'era bisogno di un capitolo contro guttuso?) e alla fine esalta solo cose molto modaiole, tipo l'altro cattelan. snob e fintamente populista
Sono un po' delusa perchè l'avevo acquistato per avvicinare mio marito all'arte contemporanea, ma leggendolo me ne sono quasi allontanata io!
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